Un consiglio davvero spassionato a chi non ha ancora avuto la fortuna, forse perché troppo giovane, di vedere, di godere della visione di uno dei più grandi film incentrati sul dopoguerra, girato da due Maestri del cinema mondiale e Premi Oscar quali Cesare Zavattini e Vittorio De Sica: Ladri di biciclette, girato nell'immediato dopoguerra (1948).
Nel film sentirete usare termini, come “coprifuoco” e “ronde”, oppure frasi dette in maniera concitata come “chi sarà sorpreso durante le ore di coprifuoco sarà fucilato”.
Fateci caso, sono le stesse che avete sentito, sempre più spesso, in questi due anni di pandemia. Certo la frase prima, gridata verso la fine della Seconda Guerra Mondiale, oggi non termina con “sarà fucilato” ma con “sarà fermato” ma, date tempo al tempo, che diamine, non si può avere tutto subito. Siamo pur sempre un paese dove vige la democrazia (?), dove il popolo è sovrano (?), dove nessun Paese straniero, in casa nostra, detta legge in materia di Titoli di Stato (?) e gestione dei nostri risparmi, al sicuro in banca e sempre a nostra disposizione grazie agli sportelli Bancomat (?).
Non capisco, penserà il lettore, pare che l'autore di questo articolo dica le cose a denti stretti, come se volesse far capire l'esatto contrario di quel che ha scritto, del tipo che il popolo italiano non è assolutamente sovrano, in casa sua. E come può essere possibile? Abbiamo la Costituzione dalla nostra parte (Art. 1 – Democraticità, Lavoro e Sovranità).
E qui viene il bello caro lettore: l'articolo 1 che ho riportato in estratto è si un articolo della Carta Costituzionale, ma di quella italiana. Embè, di rimando, risponderà il lettore che si sta appassionando, perché noi siamo svizzeri? Siamo italiani e la Costituzione è italiana.
E no caro lettore, così sarebbe troppo facile. Noi siamo italiani quando dobbiamo pagare le tasse (le più alte a fronte dei peggiori servizi resi), mentre non lo siamo quando dobbiamo far valere i nostri diritti lesi. In questo ultimo caso si può far ricorso a Strasburgo, richiamando la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Addirittura? Si, addirittura.
Ma come, dirà sempre il mio amico lettore, ci hanno detto per due anni che aver subito la pandemia è stato come essere in guerra, ma che oramai avevamo raggiunto il periodo del dopoguerra, come nel 1948 di Ladri di biciclette e di Antonio Ricci, un disoccupato che trova lavoro come attacchino comunale se possiede una bicicletta, ma la sua è impegnata al Monte di Pietà, e allora la moglie Maria è costretta a dare in pegno le lenzuola per riscattarla. Ma poi la bicicletta gli verrà rubata e quando lui, dopo una affannosa ricerca, rintraccia il giovane mariuolo, che oramai si è disfatto della bicicletta, per poco non finisce in galera quando, disperato, tenta a sua volta di rubare una bicicletta. Naturalmente non vi riesce, ed è solo il pianto disperato del suo figliolo, Bruno, che lo salva dal linciaggio e dal carcere. Mi verrebbe da dire al caro Antonio Ricci, dignitoso disoccupato del dopoguerra romano: ma perché non hai rubato un monopattino elettrico? Come Ma dai, sono quei mezzi infernali elettrici che si vedono sfrecciare pericolosamente dappertutto, sui marciapiede e contromano, mai regolarmente per strada. Quelle tavolette a ruote, elettriche, utili per spedire la gente in ospedale visto che i reparti si stanno svuotando in attesa di una prossima pandemia. Ma come, mi dirai, carissimo Antonio, allora chi guida i monopattini elettrici viene forse pagato a cottimo, cioè gli riconoscono, tanto per dire, qualche euro a persona mandata in ospedale? Bravo Antonio, non ci sono ancora le prove ma, pare, che sia proprio così. Un momento, dirai ancora tu infervorandoti, e la ragazza italiana che è morta a Parigi perché investita proprio da un monopattino elettrico?
E allora, con i morti come la mettiamo? Piano caro lettore in cerca di prima occupazione durante il dopoguerra, quello dei morti è un settore diverso, di cui si stanno occupando ragazzi più specializzati, che sfrecciano non si una tavoletta ma su moto che non si fermano ad alcun semaforo; li riconosci perché il guidatore porta dietro la schiena una specie di zaino quadrato con dentro delle pizze, una delle quali viene offerta all'investito se questi, malauguratamente, non muore.
