Vuoto esco, solito giro.
Uguale percorso:
stessi basoli e catramoso asfalto.
Pochi irriconoscibili mascherati volti,
accigliati, titubanti, impauriti gli occhi.
Qualche bottega aperta… aspetta,
tristi ferrose tende le serrande dei chiusi negozi.
Tacita, persa nel tempo, la strada della scuola:
di spensierate allegrie orfane le aule,
mute le finestre di fanciullesche voci.
Sullo Stradone, turbinando
rumori e polveri, sfrecciano auto
e l’aperta edicola unica certezza
tra le solitudini degli alti palazzi:
silenti guardiani di casalinghe resistenze.
Un cane randagio, forse sbrancato,
mi segue per poco.
Su un muricciuolo al sole
un gatto rannicchiato sonnecchia;
gli siedo vicino, sorpreso mi guarda…
lo accarezzo, fuseggia.
Rivagolo solo privo di mete,
sui marciapiedi a marcire
qualche mascherina buttata.
Amici niente, conoscenti neanche.
Ogni passo mi assottiglia.
Esausto, privo di emozioni,
rientro vuoto.
