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I No Vax

Il termine no-vax identifica coloro che sono contrari alla somministrazione di ogni tipo di vaccino. Essi ritengono che le sostanze iniettate siano gravemente lesive per i soggetti che le ricevono. L’origine di tale convinzione risale agli anni novanta, quando un ricercatore britannico, Andrew Wakefield, pubblicò sulla rivista scientifica “The Lancet” un articolo in cui metteva in relazione certe patologie intestinali e alcune turbe dello spettro autistico, con la somministrazione del vaccino trivalente impiegato nella prevenzione del morbillo, parotite e rosolia. I risultati dello studio non furono confermati da successive ricerche e lo stesso autore, smentendo quanto aveva precedentemente affermato, ritirò la sua pubblicazione. Ciò nonostante, la convinzione della nocività vaccinale è rimasta radicata tra i no-vax e la loro posizione è sostenuta con una fede quasi religiosa che a volte rasenta il fanatismo. Essi sono molto attivi sui social network da cui apprendono e diffondono allarmi privi di qualsiasi fondamento scientifico. 

Tali premesse rendono ragione della veemenza con la quale queste persone tentano di contrastare la colossale campagna vaccinale in atto. I motivi della loro ostilità sono vari e vanno da quelli più radicali che ipotizzano teorie complottistiche a quelli pseudoscientifici. Si lamentano inoltre limitazioni delle libertà personali per i non vaccinati ai quali si impedirebbero in modo illegittimo attività permesse a chi è immunizzato. La sola ipotesi di una obbligatorietà del vaccino, anche se solo per categorie a rischio, viene giudicata illiberale e anticostituzionale.

Le frange più estreme suppongono che alla base della campagna vaccinale ci sia un patto segreto tra potentati politici e grandi aziende farmaceutiche (Big Pharma). Esso mirerebbe al controllo della popolazione e a garantire enormi profitti all’industria del farmaco. Altra falsa notizia (Fake news) comparsa sempre sul Web e sempre senza confronti è quella che mette in guardia sui possibili rischi dell’mRNA presente nei preparati Pfeizer e Moderna che sarebbe in grado di interferire col genoma dei soggetti a cui vengono somministrati. Argomentazioni meno fantasiose ma più pericolose perché maggiormente persuasive sono quelle inerenti alla sicurezza dei vaccini impiegati. Sarebbero stati allestiti in modo frettoloso e senza la necessaria sperimentazione pluriennale che dovrebbe precedere il loro uso clinico. Non si conosce la durata della immunizzazione prodotta, si ignorano gli effetti collaterali a lunga distanza. Verrebbe violato il principio costituzionale di disporre liberamente del proprio corpo. Molte di queste ragioni vengono condivise anche dai cosiddetti “Esitanti vaccinali” o “free vax”, i quali, pur non essendo pregiudizialmente contrari ai vaccini, hanno perplessità a sottoporsi a quello anti-covid. E’stato calcolato che, in Italia, tra no- vax e free- vax si raggiunge una percentuale del 19%. Tenuto conto che per raggiungere l’immunità di gregge bisogna arrivare al 90% della popolazione vaccinata e che ora siamo al 70%, è assolutamente necessario convincere tutti coloro che sono titubanti. Gli irriducibili, quelli che non si convinceranno mai, sono un 6%, se a questi si aggiungono i ragazzi al di sotto dei dodici anni e le persone che per ragioni mediche non possono vaccinarsi, si capisce come ha i margini di sicurezza siano estremamente ristretti. E’ necessario pertanto che tutti i vaccinabili facciano il loro dovere. In caso contrario l’immunizzazione di massa non si otterrebbe e per molto tempo ancora saremmo esposti al contagio e alle sue conseguenze. Mai come in questo caso, le scelte di ogni singolo cittadino incidono sul benessere di tutta la comunità.