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LA DISCARICA DI CHIAIANO

Era appena passata la mezzanotte di un estate di qualche anno fa e non avendo sonno, mi ero messo a rivedere le foto del “Presidio Permanente Antidiscarica  Chiaiano – Marano” sul mio computer, che erano state postate durante  le varie fasi della protesta, fissate in immagini dal mio grande amico Nando, (è una sequenza di immagini, quasi  un’epopea della battaglia civile operata dalle genti locali, (maranesi, chiaianesi, mugnanesi),  per non far procedere all’apertura della famigerata  Discarica di Chiaian, contro le forze di polizia, (Carabinieri, agenti di Pubblica Sicurezza, in piena assetto antisommossa). 

Scempio che è stato poi operato nel Parco delle Colline a Nord di Napoli, a ridosso della selva dei Camaldoli- (zona Chiaiano – Marano), la notte del 17 febbraio 2009 alle ore 2,30. Tutto iniziò nel pomeriggio di una primavera del 2008 da un ingiustificato provvedimento approvato dal consiglio  regionale della Campania, portato avanti ed appoggiato dalla Giunta, presieduta dall’ex Comunista, poi Pds, Ds ed infine Pd, Onorevole Antonio Bassolino, che sanciva l’individuazione  di  siti provinciali per sversatoi dei rifiuti in ogni provincia ed a tale uopo si scelse  - in accordo con la Sindachessa “onorevole Rosa Russo Iervolino del Comune di Napoli, (unica donna a coprire tale carica istituzionale dal lontano 1808), dopo il parere unanime contrario dell’intero Consiglio Comunale di varare  il sito per la discarica  dei rifiuti urbani  di Napoli, in Via Cupa dei cani, nella selva del Parco delle Colline ai confini Chiaiano e Marano.

 

Guardando quelle foto attentamente e ricordando i terribili momenti di lotta impari delle popolazioni locali, (quelle di Chiaiano, di Mugnano e di Marano), iniziati esattamente il pomeriggio del 23 maggio 2008 e continuati con una veglia nei presso della rotonda (la Rosa dei venti, meglio conosciuta anche come (la Rotonda Titanic), che manifestavano il loro disappunto democraticamente.

I manifestanti si trovarono contro uno schieramento antisommossa di forze dell’ordine, che, per dissuadere la protesta, dovevano imporre il loro intento impeditivo, utilizzando l’uso di bombe lacrimogene e maneggiando manganelli con cariche senza guardare in faccia nessuno, né donne, né bambini. Il provvedimento legislativo, che prevedeva il sito dello sversatoio dei rifiuti di Napoli, nelle dismesse cave di Chiaiano, era stato indicato dal Commissario  governativo per i rifiuti di Napoli, pro tempore, dott. Gianni De Gennaro.
Provvedimento, poi, sancito con decreto legislativo dal Governo, (Dicastero Prodi, alla fine del suo mandato governativo, perché sfiduciato), e ripreso ed adottato poi definitivamente da quello immediatamente successivo, il Governo Berlusconi, e senza sentire nessuna ragione, alla fine, dopo aver imposto di nuovo  il defenestrato commissario governativo, il dott. Guido Bertolaso, e lo nominò questa volta responsabile della protezione civile. Decreto infine firmato e promulgato, con la scusante dell’emergenza dal Presidente della Repubblica in carica, Onorevole Giorgio Napolitano, che permise la scellerata scelta senza battere ciglia, mi feci trasportare da quelle immagini in un fantastico sogno irreale e mi trovai improvvisamente catapultato nell’aldilà  ad assistere ad una mini assemblea di Santi protettori delle Comunità della zona  Nord di Napoli, in cui ricadeva la discarica, quasi fosse un'insolita riunione di condominio, che si teneva lassù in cielo, presieduta per competenza territoriale dal Santo protettore per antonomasia della città di Napoli, San Gennaro; che andrò a raccontarvi sul prossimo numero di Plajanum.