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Il Generale Baiano non è più tra noi

Chiaiano perde uno dei suoi figli migliori: poeta, storico e uomo di grande cultura che amava tantissimo il suo quartiere e i suoi abitanti.

Cari amici lettori, il giornale che ora avete fra le mani è, quello che si dice, un numero speciale. Quello a cui, noi che vi abbiamo lavorato, ci teniamo di più. Per un motivo molto semplice, ma soprattutto molto triste per tutti noi. Perché l’abbiamo dedicato al suo fondatore recentemente scomparso, il generale Giovanni Baiano. Purtroppo negli ultimi tempi il suo ruolo di attivissimo promotore culturale aveva dovuto lasciare il passo agli inevitabili acciacchi dell’età. Anche le querce si piegano, purtroppo, sotto il peso degli anni.                                 L’idea di dedicargli questa pubblicazione venne pochi mesi fa, quando il generale era ancora vivo, ad uno dei suoi più intimi amici, quello che lo conosceva da più tempo e quello che più gli somigliava per aver condiviso molte delle sue esperienze di vita, lo storico Domenico De Luca. L’idea fu accolta con grande entusiasmo da tutti i soci dell’Associazione Plajanum. Se c’era una persona che meritava questo riconoscimento, che andava ricordata e ringraziata per tutto quello che aveva fatto nella sua vita era proprio l’uomo che nel 1932 nasceva nella masseria delle Cesinelle; che visse i suoi primi 23 anni facendo il duro mestiere del contadino, di un contadino che al lavoro dei campi alternava, con ferrea volontà e diligenza, lo studio; che si laureò in giurisprudenza per poi intraprendere la carriera del poliziotto. Una carriera ricca di soddisfazioni che proseguì fino a raggiungere – unico chiaianese nella storia del quartiere – i vertici della Polizia di Stato.

Giovanni Baiano si pensionò, infatti, nel 1994 col grado di Ten. Generale.                                                                    Fu l’inizio di un nuovo percorso di vita, il terzo, che lo vide impegnato come uomo di pensiero dopo essere stato uomo di azione. Dotato di una straordinaria, inesauribile, vena poetica, nonché scrittore di vaglia egli, da allora, si fece apprezzare in tutta Napoli, e non solo a Napoli, per la bellezza e l’eleganza dei suoi versi e per i numerosi libri editi in questo periodo. Instancabilmente, pervaso da un attivismo che contraddiceva la sua età, il generale collaborò a varie testate giornalistiche e diventò assiduo frequentatore di rinomati salotti letterari ed artistici, di cui uno ha portato il suo nome.                                                                                                           Per suo merito il quartiere, negli ultimi due decenni, respirò un nuovo risveglio culturale dopo le iniziative promosse, tempo addietro, dal mitico Cine Club Chiaiano.                                                                                                 Contagiati dal suo entusiasmo, gli amici di Chiaiano in particolare, si riunirono allora in un’Associazione che il generale – suo padre nobile e poi, in seguito, eletto presidente all’unanimità - regolarizzò dal punto di vista legale e che prese l’antico nome del quartiere, Plajanum. Diedero quindi vita ad un periodico di cui il nostro mentore, da munifico mecenate qual era, finanziò sia la spesa tipografica che la registrazione presso il Tribunale di Napoli. Furono anni pieni di un entusiastico fervore di iniziative nei quali l’Associazione produsse per diverso tempo un artistico “Calendario chiaianese” che si fece notare sia per la vastità e bontà dei contenuti che per la bella veste grafica curata dalla signora Anna Giorgio. Benchè, implacabilmente, il tempo trascorreva anche per lui il generale, nonostante la sua età, mostrava lo stesso impegno di sempre. Trovò infatti il tempo di scrivere e dare alle stampe un nuovo libro di poesie che fu presentato alla cittadinanza presso lo Sporting Club San Francesco. Questo fino al momento in cui, brutalmente, intervenne un fatto nuovo che fece precipitare le cose e tolse a Giovanni Baiano la voglia di lottare, di sognare e, perfino (la cosa ci stupì moltissimo tanto ci appariva impossibile), il desiderio, ma sarebbe meglio dire la forza, di poetare. Questa malefica presenza, questo indesiderato ospite, che “gli tagliò, purtroppo, le gambe” privandolo della sua energia, ebbe il nome di lockdown. Fu quella misura emergenziale, con la quale si cercò di parare i mortali rischi della pandemia, che, per la prima volta, fece sentire al generale il peso dei suoi anni. Chiuso in casa; privato del conforto degli amici e delle sue relazioni culturali; con i malanni che si acuirono e gli causarono alcuni ricoveri ospedalieri; gli venne a mancare anche quella splendida ispirazione poetica che aveva incantato tantissime persone. La poesia per Giovanni Baiano era vita. Venendogli a mancare quel “fanciullino” che gli viveva dentro da sempre, in quel momento il nostro amico cominciò a morire. La sua scomparsa materiale era solo, purtroppo, una questione di tempo. È a quest’uomo, a cui siamo tutti debitori, orgoglio e vanto di Chiaiano, che noi dell’Associazione Plajanum rendiamo omaggio dedicandogli questo numero speciale.