Per me la sua figura è stata quella di un padre
Il Generale Baiano, persona a me molto cara, sincero, sensibile, decisa, amore immenso per Chiaiano per le sue tradizioni e luoghi in cui è nato. L’ho conosciuto nel 2005, quando i miei figli frequentavano la scuola elementare Giovanni XXIII, e quì, fui invitata a un evento, dove lui Baiano presentava i suoi libri; da quel momento c’i fu subito intesa tra di noi. Gli dissi che potevo impaginare i suoi libri, e da allora ne ha scritti tantissimi. Nei suoi libri si evidenzia un amore smisurato per la Selva di Chiaiano, Masseria Cesinelle, in particolare Casaputana, dove lui ha passato la sua infanzia e trascorso gli anni più belli, e vedendola così abbandonata la sua sofferenza è stata atroce. Una volta congedato, si pose l’obbiettivo, di essere guardiano della selva, come lo era stato il nonno e nonno del nonno che a sua volta lo avevano ereditato dai loro avi, discendenti da quel nostro antico popolo di contadini osci. Fin dagli anni cinquanta era semplice osservare tale compito, si trattava solo di impedire l’invasione di spine, cattive erbacce e alberi infruttiferi. Le cose poi si sono complicate quando l’uomo ha incominciato a devastarle con le cave di tufo, scarico incontrollato delle immondizie, o peggio ancora con scorie radioattive e altri materiali tossici. Quale mezzo per fermare tutto ciò? Indubbiamente come diceva Baiano sarebbe stata una lotta alla politica, ma la sua professione gli impediva di fare ciò. Quando svolgeva ancora la sua carica non si stancava mai di segnalare alle competenze, la grave situazione determinata dalle cave di tufo. Fu così, che assunse la consapevolezza di fare il guardiano a tempo pieno, appena andato in pensione. Intanto la situazione si aggravava ogni volta che ritornava, scopriva che nuove cave erano state aperte. Tutti quei colpi sul verde erano inferti nel suo animo, come pugnalate che feriscono il cuore. Una volta in congedo, potè inseguire la sua orma preferita più idonea per lo scopo. Non una spada o un fucile, ma una penna che parlava con la sua voce, intinta nel sangue che scorreva dalle ferite delle nostre colline dei Camaldoli e dal suo cuore di figlio di questa terra. Realizza il suo sogno di scrivere dei libri, soprattutto con lo scopo di contribuire a valorizzare il nostro territorio in cui si era formata la sua coscienza e cultura di figlio di quella terra. Ha richiamato l’attenzione delle istituzioni, per non far morire la ciliegia. Salvare l’albero di ciliegia, dal pericolo di essere cancellato totalmente dalle nostre terre, fonte d’ispirazione della maggior parte delle sue poesie. Si riprende la festa della ciliegia, con una sagra, per questo pregiatissimo frutto. Festa che nacquè a Chiaiano già negli anni ottanta per merito del famoso Cine club, di cui faceva capo il presidente Umberto Napolano. Per alcuni anni fu portata avanti, poi sciolta per morte del suo fondatore; in seguito portata avanti dall’associazione della natura fino agli anni ottanta, la quale per disinteresse e probabili problemi economici dovette sciogliersi. Ecco che entra in gioco Baiano, con l’intento di non farla morire creando legami con le istituzioni, attuando un comitato composto dai più noti commercianti e dai più disponibili agricoltori di ciliegie di chiaiano, tutti in grado d’impegnarsi economicamente, se fosse stato necessario. Il comitato decise in seguito di allargare gli orizzonti anche ad altri agricoltori e commercianti di ciliegie di paesi e provincia di Napoli nord, affinché questa iniziativa potesse diventare sempre più famosa e raccogliere maggiori consensi, per la salvezza di questa nostra preziosa cerasa fin da allora poco pubblicizzata. Nel 2005 sembrava quasi che il suo sogno si realizzasse con l’istituzione del Parco Metropolitano delle colline di Napoli, illudendoci che le istituzioni amministrative avessero compreso il valore di queste risorse. Sembrava che l’Ente facesse intravedere un’iniziativa che avrebbe potuto portare sviluppo economico a questo quartiere trascurato dal comune, Provincia e Regione ed ancora mortificata con il provvedimento contro la volontà della maggioranza dei chiaianesi ad una macrocircoscrizione, anziché restituirgli un autonomia amministrativa, già goduta un tempo. Questo provvedimento oltre a emarginarla, secondo Baiano finirà per cancellare anche la memoria storica che si cerca di salvare. Come se non bastasse, decidono di utilizzare anche una cava di tufo per il versamento di rifiuti e anche quì si è battuto affinché ciò non avvenisse, come tanti cittadini chiaianesi, ognuno con le proprie armi e capacità. Spero che un domani il suo impegno venga risconosciuto con la relizzazione di proposte innovatie per Chiaiano, dove la memoria storica tramandataci, sia progetto per un futuro, ad esempio un suo sogno è realizzare una sentieristica nella selva, dove poter organizzare delle visite guidate e grazie ai suoi scritti, ci sarà molto da dire e potremmo dimostrargli riconoscenza e gratitudine, dedicandogli qualcosa di realizzato per il beneficio ricevuto.