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L’INCONTRO

O

rnella Romano me ne parlava spesso, sottolineando che avrei dovuto assolutamente conoscerlo. Fu un giorno infrasettimanale quando, telefonicamente, mi comunicò che la domenica successiva, presso l’Aula Consiliare della Municipalità 5Arenella-Vomero,alle ore 18:00, ci sarebbe stata la presentazione dell’ultimo libro del poeta Giovanni Baiano, Generale della Polizia Stradale in pensione. Ci andammo io e mia moglie.

Il poeta Giovanni Baiano sedeva al centro del tavolo presidenziale attorniato dai critici preposti alla presentazionedel suo libro: I fiori del mio campo, Napoli, Cosmopolis Edizioni, 2016. Prima dell’inizio il volumetto fu regalato a tutti i presenti. Terminata la presentazione critica e dopo i ringraziamenti dell’autore, vari amici lessero molteplici sue poesie. Mi colpì che durante quelle letture Giovanni Baiano, annuendo emozionato e contento, anticipasse mentalmente quei suoi versi. La manifestazione proseguì con canzoni e recitazioni varie. Non le seguii, continuai a leggere i versi regalatimi. Al termine della serata, mi presentai e chiesi al Generale una dedica, che mi fu scritta sulla pagina introduttiva del libro: «Ad Augusto del Noce, per farti gustare i profumi di questo mio libro. Con amicizia, Giovanni Baiano».

Tornato a casa, dopo cena, continuai a gustare quei versi fino al loro termine. Era notte inoltrata. Forse inebriato dal loro “profumo”, scrissi la mia prima e unica poesia in napoletano.

Ho avuto occasione di incontrare molte altre volte il Generale/poeta Giovanni Baiano. Ogni volta pensavo di presentargli quella mia notturna poesia per farmela correggere in perfetto napoletano, sapendo che è una lingua con una sua ortografia, morfologia e sintassi. Non l’ho mai fatto!