slide-header
La Ciliegia di Chiaiano e la sua tradizionale festa
L’idea di una festa, o sagra, per questo pregiatissimo prodotto, nacque a Chiaiano negli anni ’70 dello scorso secolo, per merito dei soci del Cineclub, allora diretto dal vulcanico presidente, Umberto Napolano, nostro perspicace ed amabile concittadino.

L’idea di una festa, o sagra, per questo pregiatissimo prodotto, nacque a Chiaiano negli anni ’70 dello scorso secolo, per merito dei soci del Cineclub, allora diretto dal vulcanico presidente, Umberto Napolano, nostro perspicace ed amabile concittadino.

La Festa fu abbinata alla biennale della pittura moderna e per alcuni anni fu gestita dal suddetto Cineclub.

Con il suo scioglimento, dovuto alla  grave perdita del presidente, anche se con qualche intervallo, la festa non  subì lo stesso destino dell’ideatore, grazie a giovani audaci, volenterosi e particolarmente orgogliosi di questo prelibato frutto, come il dott. Salvatore Di Maro, Biagio Festa  (oggi titolare di un noto agriturismo sul borgo del Tirone), Vincenzo Schiattarella ed il contributo di tutti i più noti commercianti e tantissimi, direi quasi tutti i produttori di ciliegie, nonché di alcuni rappresentanti dei locali partiti politici  di Chiaiano (Carlo Migliaccio,  Mario Schiattarella, Elio Di Marino, architetto Agostino Di Lorenzo).

Ereditata dall’Associazione “AMICI DELLA NATURA”, negli anni ottanta, la Festa visse ininterrottamente fino all’anno 1999. Fu merito di quest’Associazione quello di istituire un premio per i primi cinque vincitori, prescelti da un’apposita Giuria, ai quali al termine della Festa è sempre stata consegnata una coppa. 

Per difficoltà economiche e disinteresse di tutte le Istituzioni che avrebbero dovuto, per diversi ovvi motivi, contribuire a sostenere questo tipo di iniziative tese a valorizzare le nostre pregiate risorse ed a rallegrare, per qualche giorno, i nostri concittadini, anche l’Associazione “AMICI DELLA NATURA” dovette chiudere bottega, per mancanza di fondi.

A questo punto, la Festa avrebbe dovuto subire la stessa sorte, se non fossi intervenuto io stesso, ormai in pensione ed uno dei più anziani commercianti di ciliegie di Chiaiano, il signor Raffaele Rusciano.

Entrambi ci siamo assunti il compito di non farla morire, unitamente al alcuni amici agricoltori chiaianesi.

Fu, così, costituito un Comitato composto dai più noti commercianti e dai più disponibili agricoltori di ciliegie di Chiaiano, tutti in grado d’impegnarsi, anche economicamente, per l’organizzazione e realizzazione della Festa (Antonio Di Maro, Gaetano Fioretti, Vincenzo Manco, Domenico Rusciano, Mario Di Guida, Ciro Di Guida, Napolano Raffaele, Gennaro Giaccio.

Col passare degli anni fu registrato un numero sempre maggiore di visitatori e di molti rappresentanti delle Istituzioni, come il Sindaco di Napoli, deputati e senatori, assessori e consiglieri della Regione, della Provincia, del Comune e rappresentanti di altri enti pubblici e privati, a cominciare dalla Feder coltivatori diretti di Giugliano, che ha sempre fornito contributi ed assistenza di varia natura.

Il grande successo riscosso, grazie all’impegno posto in atto dalle Istituzioni, ha iniziato ad attirare l’attenzione di molti sulla grave situazione dei nostri ciliegi e perfino di alcuni giornalisti, come Bruno Brillante e Carmine Monopoli, della rivista: “Napoli Rurale - Guida ai fondi rustici” - Napoli, s.d., che a pag. 45, così si esprimono: “…c’erano tanti alberi di ciliegio e tanta terra fertilissima a Chiaiano, l’estrema periferia di Napoli. Negli ultimi venti anni, molti di quegli alberi sono stati abbattuti per fare posto a strade e palazzi, ma, nonostante l’immane colata di cemento, qui è ancora forte la presenza di una cultura contadina, che, anche grazie a manifestazioni come la Festa della ciliegia ed altri momenti di aggregazione, si propone come realtà viva ed operosa, forte di tradizioni e di potenzialità lavorative”.

Chiaiano ha così goduto, per molti anni, di un doppio primato: quello della maggiore e quello della migliore produzione di ciliegie della Campania.

A seguito del rumore mosso dalla stampa e pubblicità, già da più di dieci anni, erano cento i Comuni produttori di ciliege dell’Italia, i cui Sindaci e produttori vennero a Chiaiano a festeggiare con noi.

Le più presenti e le più ricercate sono l’Arecca, la Malizia e la Curnaiola.

L’Arecca è una varietà che si distingue per la graziosa forma, per quel particolare e caratteristico sapore un po’ aspro, ma abbastanza gustoso, per il bel colore rosso o rosso-rubino e soprattutto per quella sua polpa e drupe assai compatta e resistente, che ne permette la lavorazione ed il trasporto in località anche assai lontane da quella della produzione. Al gruppo dell’Arecca appartengono diverse varietà: alcune sono più grandi, di un colore rosso scuro, col peduncolo molto corto; che non forniscono una soddisfacente produzione. Le altre varietà sono piccole, di un colore rosso vivo, col peduncolo più lungo, molto più redditizie.

Le Malizie, invece, sono molto dolci, con una polpa assai succosa, ma poco compatta e resistente, di un colore rosso scurissimo, con una forma ed un aspetto elegante.

La Curnaiola è indubbiamente la più bella ed elegante con quella sua veste rosso viola scura, anch’essa molto resistente e carnosa, ma di un sapore meno dolce della Malizia.

Questa pregiata varietà ricorda vagamente la viola, sia per il colore che per il sapore.

Sono queste tre varietà che da circa venti anni hanno vinto la maggior parte dei premi messi a disposizione dei coltivatori di ciliegie.

I vecchi contadini di Chiaiano hanno sempre sostenuto che almeno due varietà di ciliegie, l’Arecca e la Malizia, hanno origini locali, figlie della collina dei Camaldoli. 

La prima proviene da una zona denominata l’Arecca e la seconda da una vicina zona chiamata Cupa Malizia. Entrambe le zone sono nel territorio del Comune di Marano al confine con quello di Chiaiano, tutte comprese a mezza costa e pendici della Collina dei Camaldoli.

Fine prima parte (continua)